Stavo passeggiando davanti l'edicola quando la scritta “20000 Posti alla Regione” ha catturato la mia attenzione. Allora mi sono precipitato ad acquistare l'edizione della “Gazzetta degli Sfigati” per cercare di carpire il maggior numero di informazioni possibili per rientrare in questi 20000 posti. Li' vicino, in posizione secondaria rispetto al titolo principale, compariva quest'altra “50 Borse di Studio All' Università di Frattaglie”. Allora ho fatto questo piccolo ragionamento. Mi son chiesto: quante possibilità ho che vinca una borsa di studio ad una qualunque università italiana? Penso che le probabilità di fare una cinquina al gioco del Lotto siano più alte. La “vincita” di una borsa di studio, dottorato et similia, tutto è fuorché una vincita. Ma allora perché questi “concorsi” continuano ad apparire sulle Gazzette varie? Il docente sceglie il collaboratore che dovrà lavorare al suo fianco? Mi sembra giusto. Meno giusto mi sembra che il collaboratore (leggi anche dottorato o assistente) venga pagato con denaro pubblico. Che il docente lo paghi di tasca propria, non credo che gli manchi il denaro. All'improvviso divento pessimista... tutti gli altri concorsi che appaiono sulla mia “Gazzetta degli Sfigati” sono limpidi e cristallini? Res pubblica, res nullius. Questo è il pegno che si deve pagare per vivere in democrazia? Finché la barca va, lasciala andare. Anche se va alla deriva.
venerdì 8 giugno 2007
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