sabato 19 maggio 2007

Università più facili. Vantaggio di chi?!

Ecco lo sfogo di un nostro utente anonimo:

Hanno reso più facile l'università solo per permettere ai figli di papà di potersi laureare anche se non hanno nessuna voglia di studiare!!!!
Cosi oltre al lavoro assicurato avranno anche il titolo!!
Finalmente potranno farsi chiamare dottore o ingegnere esattamente come chi ha dovuto sgobbare una vita per diventarlo!!
Finalmente potranno scrivere sul bigliettino da visita che sono degli "ing" oppure dei "dott".

Per noi altri qual'è il problema?!
Ci dicono che abbiamo tante belle oppurtunità all'estero...
non ci resta che iniziare a fare le valige e partire.
Ma chissa perchè non ci vanno loro all'estero?!! Non si sa...

Quello che si sa è che ci hanno raccontanto tante belle cose.

Pur di aprire nuove università ci hanno raccontato che la laurea in Italia serve tantissimo.
Pur di aprire nuove università ci hanno raccontato che la laurea in abruzzo serve tantissimo.

Ora ci raccontano che l'estero è stupendo e dobbiamo emigrare per fare la cosa giusta.
Continuano a raccontarci tante belle cose...
Ci stanno dicendo che siamo noi che non vogliamo lavorare, siamo noi che non siamo disponibili ad emigrare, siamo noi che aspettiamo invece di andare...

Come dire:

Quella è la porta....

Armiamoci e partite!!!

62 commenti:

Mr. Turbo ha detto...

Adesso scatenatevi pure:-)

Anonimo ha detto...

Turbo, non mi è sembrato che ci sia stato tutto questo scatenarsi?! :-)

Anonimo ha detto...

è la solita solfa.
Chi ha lavoro dice a chi non ce l'ha che bisogna emigrare.

Cosa c'è di nuovo?!

Anonimo ha detto...

Avete rotto le b**e con questa storia del laureatevi e partite, basta!!!!

Anonimo ha detto...

Siete solo una massa di lavativi.. andate a lavorare fannulloni :-P

Anonimo ha detto...

Kip80 ha scritto: "Siete solo una massa di lavativi.. andate a lavorare fannulloni"

Purtroppo, un po' e' cosi'. Voi giovani ingegneri sembrate dire di no a tutto: non volete fare gli imprenditori, non volete lavorare all'estero, non volete lavorare come operai in Italia. Credo che forse stiate diventando parte del problema e non della soluzione ai mali dell'Italia.

Anonimo ha detto...

"Siete solo una massa di lavativi.. andate a lavorare fannulloni :-P"
"Credo che forse stiate diventando parte del problema e non della soluzione ai mali dell'Italia."

Con una laurea in ingegneria v.o. non faccio più l'ingegnere, lavoro in un altro settore, non sono disoccupato, ma cosa significa ?
Ho competenze ed una preparazione universitaria inutili per il lavoro che faccio e non le posso fare fruttare.
Questo per me è deludente, santo cielo, in questo paese pincipalmente si riprende quello che inventano all'estero e lo si applica alle esigenze italiane dei privati o delle pmi !
Gli ingegneri si devono riconvertire a tecnici, o meglio devono imparare a fare i tecnici.
Progettazione ed innovazione : una rarità, una carriera per pochi.


Sul topic:
E' stato così, facendo le lauree facili, triennali in particolare , hanno svalutato la laurea deprezzando i sacrifici di quelli leggermente meno giovani e non consentendogli una stabilizzazione lavorativa, complici crisi, precarietà indotta, stage e vantaggi economici per le assunzioni di quelli con età inferiore a 24 anni.
Intanto i figli di il posticino ce l'hanno già, possono anche laurearsi a 30 anni con 71 che trovano subito se si laureano. Un posto ad un "figlio di" è un posto in meno per un figlio di "nessuno" ( per nessuno intendo nessuno con potere decisionale sul lavoro e sugli ingressi in azienda ).

Anonimo ha detto...

Ragazzi, in fondo in fondo, se a 30 anni siete ancora ingegneri disocccupati un po' e' anche colpa vostra.

Non sapete cogliere le opportunita' che ci sono nel mondo, TUTTO il mondo.

Anonimo ha detto...

"Voi giovani ingegneri sembrate dire di no a tutto: non volete fare gli imprenditori, non volete lavorare all'estero, non volete lavorare come operai in Italia. Credo che forse stiate diventando parte del problema e non della soluzione ai mali dell'Italia."

Tutto falso.
La maggior parte di noi vorrebbe anche fare l'operaio,ma non gli è permesso.
Guarda il caso Micron per esempio.
Per entrare come operaio, oltre la laurea in ingegneria serve una pesante raccomandazione politica.
Che dire poi del fare l'imprenditore?
Molti di noi si sono aperti delle aziende,ma i risultati non cambiamo di molto.
Farsi dare lavoro come azienda non è diverso da farselo dare come cocopro o come consulente p.iva.

Mi sembra chiaro Winner che parli solo per sentito dire e non dici niente di vero.

Probabilmente è per questo che sei sempre stato cestinato fino ad ora..

Anonimo ha detto...

Il discorso estero è quello più bello.
Ne abbiamo parlato tante volte e ovviamente non mi sono ripetuto...

tanto sapete già come la penso a riguardo!!!

Anonimo ha detto...

"Intanto i figli di il posticino ce l'hanno già"

E' quello che dico anch'io.
Le lauree facile aiutano quelli che il lavoro ce l'hanno già.
Per loro non cambia nulla, è ovvio,ma ora potranno scrivere sul bigliettino da visita che sono degli "ing" o dei "dott" esattamente come chi quel titolo l'ha dovuto sudare davvero!!!

Anonimo ha detto...

Giusto.
La laurea difficile (quella v.o.) permetteva al figlio di nessuno di mettere in ridicolo il figlio di papa che non aveva tanta voglia di studiare ( o le capacità per farlo ).

Era un qualcosa che rendeva giustizia...

Adesso la nuova laurea possono prenderla tutti e senza nessun sacrificio,ma non servirà assolutamente a nulla perchè chi il lavoro ce l'ha già (come i figli di papa) continuerà ad averlo,mentre chi lo cerca continuerà a cercarlo.

Mi permetto di ripetere anche una cosa, detta e ridetta,ma mai abbastanza:

In Italia ormai ci sono troppi ingegneri e diventare ingegnere significa al 90% restare disoccupati....

Anonimo ha detto...

Sono daccordissimo, gli ingegneri sono troppi e solo quelli raccomandati riescono a trovare lavoro!!!

Anonimo ha detto...

Anomino ha scritto: "In Italia ormai ci sono troppi ingegneri e diventare ingegnere significa al 90% restare disoccupati...."

Penso che sia vero. Questo significa che voi giovani ingegneri siete non una risorsa ma un problema per il paese. Perche' si dovrebbero investire ulteriori risorse su di voi, se di voi il paese non ha bisogno?

Anonimo ha detto...

Anonimo ha scritto: "la maggior parte di noi vorrebbe anche fare l'operaio,ma non gli è permesso.
Guarda il caso Micron per esempio.
Per entrare come operaio, oltre la laurea in ingegneria serve una pesante raccomandazione politica"

Questa mi pare proprio una favola per nascondere l'incapacita' VERA di riuscire a trovare un lavoro VERO.

Anonimo ha detto...

Per PIPPO
--Anonimo ha scritto: "la maggior parte di noi vorrebbe anche fare l'operaio,ma non gli è permesso.
Guarda il caso Micron per esempio.
Per entrare come operaio, oltre la laurea in ingegneria serve una pesante raccomandazione politica"

Questa mi pare proprio una favola per nascondere l'incapacita' VERA di riuscire a trovare un lavoro VERO.--

Magari fosse una favola come dici tu.
Purtroppo è l'incredibile realtà che c'è in Italia e a cui le persone (giustamente) non riescono a crederci.
Tu probabilmente non sei ingegneri altrimenti sapresti di queste cose... perchè è davvero tutto vero ahime!!


Tu sicuramente non sei ingegnere altrimenti odieresti anche tu le ditte del cavolo come Micron che predicano una cosa (che servono ingegneri) e ne fanno un altra (non li assumone senza raccomandazione neanche per fare l'operaio) ...

Anonimo ha detto...

Sbagli Pippo... non è una favola!!!
E' tutto vero!!!

La Micron esiste sul serio, non è come la strega cattiva delle favole!! E le sue malefatte le fa davvero!!!

Anonimo ha detto...

La Micron è un azienda di raccomandati politici e arraffoni... quello che fanno è vergognoso!!!

Anonimo ha detto...

Consigliare alle persone di lavorare in nero non è mai una buona cosa...

Anonimo ha detto...

Sono daccordo con MrTurbo quando dice che gli ingegneri sono troppi.
E' verissimo, ce ne sono troppi e tutti disoccupati... se continua cosi andranno tutti a fare i camerieri a McDonalds!!!

Anonimo ha detto...

Gli ingegneri in Italia sono troppi... dovrebbero chiudere per almeno una decina d'anni le università per rimettere le cose apposto!!!

La fabbriche non sanno cosa farsene di tutti questi ingegneri e non li vogliono neppure come operai!!

Chi è del mestiere sa benissimo di cosa parlo!!!

Anonimo ha detto...

Sono daccordissimo con il contenuto del post di MrTurbo.

In Italia la laurea è diventata uno sfizio!
Ormai non serve più a nulla!!!

Anonimo ha detto...

Leggete questo thread:

http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1417167
C'è gente che ha rifiutato 1300 al mese a t. det. ! :-(

La maggiorparte sono ing. ( V.O o N.O. )

Anonimo ha detto...

Il link che hai messo è spezzato e cmq è una falsità pazzesca!!!

Mr. Turbo ha detto...

E basta con questa storia che chi è disoccupato in realtà non vuole lavorare.
Ormai tanto è chiaro. Gli ingegneri disoccupati sono disponibili anche a fare gli operai,ma le aziende non li vogliono neppure in questo caso.

Certo, potremmo metterci a fare i carpentieri in nero, oppure lavorare come braccianti agricoli per una ditta di caporalato,ma potremmo anche prostituirci a questo punto.. e per che cosa?!?
Mi sono laureato in ingegneria per farmi dire da chi non è ingegnere che dovrei accontentarmi di più? Che dovrei scendere sotto il livello da operaio? Dovrei accontentarmi del caporalato? Del lavoro nero? Di cosa altro?! Di lavori super umili che in Italia non vuole fare più nessuno?!
BASTA!!
Perché non ci andate voi (o i vostri figli) a fare questi lavori?!
Io ho studiato, sono umile, ho una laurea in ingegneria e un master,ma sono disponibile a fare qualsiasi lavoro. Sono disponibile a qualsiasi cosa, ma sempre nei limiti della legalità. I lavori illegali ( vedi lavoro nero) proprio no. A tutto c’è un limite. Cosi in basso non ci voglio cadere.
Le aziende ci hanno detto in televisione e suoi giornali ( vedi Micron e Honda ) che volevano più ingegneri… dove sono ora queste aziende?!?

Noi siamo qui disoccupati a cercare di accontentarci dei lavori più umili nonostante la nostra laurea in ingegneria… e loro, i grandi manager delle industrie continuano a dire che c’è bisogno di ingegneri, è giusto questo?!?

Mr. Turbo ha detto...

[...] le 10 facoltà tecniche, scientifiche ed economiche abruzzesi “producono” poco meno di 3.000 laureati all’anno (fonte CRUI) con un trend di crescita del 23%. In pratica tra 5 anni saranno circa 8.500. Pochi, troppo pochi, in un mondo nel quale la tecnologia corre incessantemente[...]

Parole di Galbiati

LinkPost

Anonimo ha detto...

Turbo, hai tutte le ragioni di essere arrabbiato.

Anch'io lo sono:-(

Anonimo ha detto...

"Adesso scatenatevi pure:-)"

io mi sono scatenato, ma sei talmente arrabiato che mi hai cestinato il post. :-( .

Anonimo ha detto...

Andate a lavorare invece di fare l'università!!!

Anonimo ha detto...

Mr Turbo ha scritto: "Io ho studiato, sono umile, ho una laurea in ingegneria e un master,ma sono disponibile a fare qualsiasi lavoro. Sono disponibile a qualsiasi cosa."

Ma ragazzi, ooh! Un minimo di dignita' no eh? Ecco perche' le cose vanno cosi' male nel nostro paese.

Mr. Turbo ha detto...

Certo...
volevo dire quello.
Umile,ma con dignità.

Mr. Turbo ha detto...

"..mi hai cestinato il post. :-( ."

Ho cestinato un post che consigliava ai tanti ingegneri disoccupati di darsi al lavoro nero...

Non posso tenere un' affermazione del genere, mi spiace:-(

Anonimo ha detto...

Cmq è vero, le università cosi semplificate fanno comodo soprattutto a chi il lavoro ce l'ha già e ha bisogno solo del "titolino" da mettere sul bigliettino da visita... è verissimo!!

Anonimo ha detto...

Forse conviene prendere la laurea a 40 anni suonati come fanno alcuni....

Intanto prima di allora si puo far carriera liberamente!!!

Anonimo ha detto...

[...] le 10 facoltà tecniche, scientifiche ed economiche abruzzesi “producono” poco meno di 3.000 laureati all’anno (fonte CRUI) con un trend di crescita del 23%. In pratica tra 5 anni saranno circa 8.500. Pochi, troppo pochi, in un mondo nel quale la tecnologia corre incessantemente[...]

---

Questi discorsi andrebbero fatti solo in caso di piena occupazione, non in una situazione disastrosa come quella attuale.
Il numero degli ingegneri disoccupati o sotto-occupati cresce ogni giorno di più.. come si può pensare di aumentarne ulteriormente il numero?!

Sarebbe solo una manovra suicida..

Anonimo ha detto...

Non certo per loro, ma per voi.

Anonimo ha detto...

Per loro no perchè prenderanno un sacco di soldi dallo stato per aprire il nuovo (inutile) politecnico d'abruzzo...

Anonimo ha detto...

Quel politecnico sarà solo una fabbrica di disoccupati!!

Anonimo ha detto...

Il polischifo d'abruzzo...

Anonimo ha detto...

Un politecnico d'abruzzo?!
Ma vogliamo scherzare!!!
Con tutti questi ingegneri disoccupati che già ci sono ora?!?

Anonimo ha detto...

Un altra università ancora?

Sicuramente non è questa la risposta alla domanda di lavoro che c'è oggi!!!

Devono aprire le fabbriche non altre università!!!

Anonimo ha detto...

Una volta lo stato apriva le fabbriche , oggi invece non solo lo stato non apre più le fabbriche,ma persino i privati si sono messi a creare nuove università....

Anonimo ha detto...

E' un sintomo. Significa che in Italia si fanno più soldi a veder aria fritta che prodotti veri e propri !!!

Anonimo ha detto...

Verissimo

Mr. Turbo ha detto...

Pippo ho cestinato il tuo post perchè i link che hai messo non funzionavano.

Cmq ti rispondo lo stesso.

E' vero che ogni tanto c'è qualche azienda che chiede un paio di ingegneri per mansioni rispettabili (quindi non da operaio o menutentore), però è pur vero che si tratta di pochissime richieste..
Saranno al massimo non più di una ventina in tutta Italia!!

Praticamente niente.

Pensa che solo in Abruzzo si laureano in media oltre 3000 ingegneri all'anno!!!

Qualcuno forse troverà un lavoro adatto ad un ingegnere,ma tutti gli altri dove li mettiamo?!?

Anonimo ha detto...

Chiudete queste facoltà che sfornano solo disoccupazione!!!

Anonimo ha detto...

Le università più facili sono un vantaggio di chi ha già il lavoro assicurato e vede nella laurea solo un titolo in più da ostentare sul proprio bigliettino da visita.

Anonimo ha detto...

I piccoli caporali adesso saranno tutti dottori, evviva!!

Anonimo ha detto...

CHE SCHIFO!!!

Anonimo ha detto...

Gli ingegneri sono i laureati che con la riforma 3 + 2 hanno perso piu prestigio di tutti!!!
Negli altri casi si è passato da lauree di 4 anni nominali a lauree specilistiche di 5 anni nominali.. solo per ingegneria le cose sono andate male.
La laurea è passata da 5 anni a 3+2 perdendo quasi tutti gli esami fondamentali e diventando una tra le facoltà più rapide in assoluto!!
E' diventato più difficile laurearsi in economia che in inegneria...

E' un ingiustizia!!!

Anonimo ha detto...

Quante volte ho invidiato i laureati in giurisprudenza che fanno il tirocinio!!

Non vengono pagati, è vero, ma nessuno li ha mai confusi con dei ragionieri. E prima o poi raggiungeranno il loro obiettivo di diventare quello per cui hanno studiato.
Stesso discorso per gli aspiranti commercialisti.

Gli ingegneri invece?!?

Gli ingegneri vengono sempre confusi con i periti... e a volte persino con chi ha le scuole professionali!!

Rischiano di rimanere invischiati con il mucchio dei diplomati e di non uscirne mai..

Anonimo ha detto...

Non è vero neppure che lo stage sia un alternativa sensata al tirocinio...

Il tirocinio non è lo stage, è ben diverso.

Tanti ingegneri sono finiti a fare uno stage in aziende dove i dirigenti erano periti o addirittura ragionieri.

Come può un ingegnere imparare il suo mestiere da un perito o da un ragioniere, me lo spiegate?!

Gli aspiranti avvocati o commercialisti fanno tirocinio presso veri avvocati o veri commercialisti.
E' ben diversa la cosa..

Annibale Doberdó ha detto...

Questi sono gli effetti di trent'anni nel corso dei quali qualsivoglia discorso inerente la selezione, il merito, il numero chiuso é stato demagogicamente additato come classista e antidemocratico. Le categorie professionali piú intelligenti della nostra si sono adoperate per tempo onde evitare la massificazione del loro titolo e, soprattutto, il conseguente decadimento sociale, remunerativo e professionale della loro categoria. Medicina, architettura, giurisprudenza non solo hanno mantenuto il ciclo unico ma, giustamente, hanno introdotto (o mantenuto) il numero chiuso. Ingegneria é stata sacrificata trasformandola nel bacino di drenaggio in cui convogliare tutti coloro interessati all'ottenimento di un titolo altisonante ancorché non sufficientemente dotati per superare gli esami di ammissione alle facoltá a numero chiuso. Un tempo i migliori facevano ingegneria, ora i migliori studiano medicina, giurisprudenza, economia.

Annibale Doberdó ha detto...

I vostri commenti suonano come l'ennesima sconfortante conferma di quanto ho quotidianamente modo di registrare nel corso delle miei lezioni a masse di studenti universitari incapaci di comprendere – giacché mai allenati – quando il comprendere richieda uno sforzo, pur minimo, per andare oltre la superficialitá in ció che si ode o legge.
Eppure abilissimi nel trarre conclusioni affrettate, quanto inesatte, risultanti dall’applicazione d’inesistenti equivalenze terminologiche e concettuali, nella costante e spudorata violazione del noto aforisma stoico-logico che recita: ex vero verum sequitur, ex falso sequitur quod libet!
Ed è esattamente questa la drammatica conseguenza dell’aver riformato l’intero sistema scolastico ed universitario nazionale improntandolo a modelli di stampo anglosassone che, nell’improbabile tentativo d’adattamento alla realtá culturale del nostro paese - e dei paesi dell’Europa continentale – hanno finito con l’originare insensatezza e contradditorietá. Ció è vero, in particolare, per l’ingegneria.
Tutto originó dalla discutibile constatazione che, a differenza di quanto si verificava nelle universitá anglosassoni, il tempo medio di permanenza di uno studente nelle università nazionali risultava essere superiore, con la conseguente immissione nel mondo del lavoro di elementi anziani e scarsamente adeguabili ai compiti operativi richiesti dalle aziende.
D'altro canto s'avvertiva il pericolo derivante da una preparazione eccessivamente specialistica che avrebbe privato i nostri laureati di quella formazione generalista e multidisciplinare – non scevra di conoscenze in discipline economiche, sociali e giuridiche - sempre più insistentemente richiesta a coloro che sono chiamati a svolgere compiti esecutivi in azienda.
Si trattava, è evidente, di esigenze tra loro inconciliabili ancorché avvertite dai piú; qualunque essere raziocinante avrebbe, infatti, ragionevolmente immaginato una riforma che, distinguendo i due casi, riservasse i corsi di diploma all'istruzione di tecnici a rapido impiego - soddisfacendo le esigenze di personale operativo per le aziende – e destinasse i corsi di laurea tradizionali alla formazione di ingegneri polivalenti deputati all’assunzione di ruoli esecutivi.
Il primo obbiettivo si sarebbe potuto agilmente raggiungere articolando in modo equilibrato i programmi dei corsi di diploma; per il secondo sarebbe bastato sgombrare i corsi di laurea tradizionali dalla quasi totalità degli insegnamenti inutilmente descrittivi e nozionistici favorendo l’insegnamento di poche materie fondamentali come la matematica, la fisica, la chimica ed affiancando, eventualmente, corsi di economia generale e di altre materie di cui si avvertiva la mancanza.
I rimedi previsti puntano, viceversa, in direzione esattamente contraria: unificazione di lauree e diplomi; abolizione fattuale delle materie fondamentali; mantenimento di tutti i corsi cosiddetti professionali; promozione facile – oserei dire garantita – oltre a tutta una serie di provvedimenti demagogici volti ad assicurare clientela alle universitá.
Tutto ció risulta accettabile unicamente a coloro che ritengano il ruolo di un ingegnere - diplomato o laureato che sia – assimilabile a quello di una scrupolosa scimmietta che, ripetitivamente, applichi nozioni acquisite senza, Dio ne scampi, il benché minimo spirito critico.
Ma tale visione, che io amo definire dell’ingegnere-operaio intellettuale, contrasta violentemente con quella dell'ingegnere propositore critico di modelli, capace di descrivere i fenomeni fisici escogitando gli interventi teorici che rendono di volta in volta possibile lo sfruttamento di tali fenomeni con la massima semplicità e compatibilmente alla complessità dei medesimi. Modelli esemplari in tal senso sono le equazioni di Newton in meccanica, la legge di Fourier sulla trasmissione del calore, i principi che generano le reazioni chimiche, la legge di Pareto in economia, le equazioni di Volterra e Lotka sulla competizione fra le specie.
Assistiamo al quotidiano concerto dei cori cicalosi di coloro che lamentano il navigare a vista dell'industria italiana sempre piú chiusa nella miope ricerca di temporanee migliorie di processo e totalmente indifferente nei confronti della ricerca di base ed applicata.
Eppure tutti concordano nel ritenere che il futuro dell'ingegneria non sia limitato al progetto di macchine, di reti elettriche, di miscele lubrificanti, di edifici; perché quegli stessi metodi di osservazione, analisi ed astrazione che sottendono a tali attivitá possono parimenti applicarsi con successo alla meteorologia, alla biologia, alla medicina, alle scienze sociali purchè, è ben inteso, esista una classe di protagonisti competenti e fantasiosi.
Secondo Hegel lo Spirito si afferma comunque durante i millenni; esso è tuttavia sufficientemente astuto da cercarsi il luogo ed il momento più opportuni in cui svilupparsi ma, Haimé, almeno per quanto inerisce l’ingegneria quel luogo e quel momento non son certo qui ed ora !

Mr. Turbo ha detto...

Tutto verissimo.

In particolare: "Le categorie professionali piú intelligenti della nostra si sono adoperate per tempo onde evitare la massificazione del loro titolo e, soprattutto, il conseguente decadimento sociale, remunerativo e professionale della loro categoria."

Ma ora cosa possiamo fare per rimediare?!

Anonimo ha detto...

Consigliare alle persone più ambiziose di non fare ingegneria...

Ormai è diventata una facoltà per semplici smanettoni/praticoni!!

Mr. Turbo ha detto...

Sono daccordo. Se prima i migliori potevano puntare su ingegneria, adesso dovranno ripiegare su medicina o economia o giurisprudenza.

Praticamente stiamo diventando come l'america... gli ingegneri sono banali tecnici da 4 soldi, mentre gli economisti, i medici e gli avvocati fanno la vita da professionisti/manager milionari!!!

...

Anonimo ha detto...

"Ingegneria é stata sacrificata trasformandola nel bacino di drenaggio in cui convogliare tutti coloro interessati all'ottenimento di un titolo altisonante ancorché non sufficientemente dotati per superare gli esami di ammissione alle facoltá a numero chiuso. Un tempo i migliori facevano ingegneria, ora i migliori studiano medicina, giurisprudenza, economia."

Scusa, caro Annibale, ma la tua sintesi proprio non riesco a condividerla. Sinceramente non ho mai trovato interessanti il corpo umano, il diritto, la finanza o la gestione aziendale. Soprattutto mi sono sempre dimostrato più bravo dei presunti geniacci che frequentano le suddette facoltà, a numero chiuso poi, sai che selezione faranno ... Ho provato solo a partecipare alle selez. per ingegneria 10 anni fa , entravano 1 su 2, passato: punto e basta, ma sapevo bene che non era quella la vera selezione. Anzi mi pare che poi il test iniziale avesse assunto valenza indicativa per consigliare di lasciare perdere a chi si classificava nell'ultima parte della graduatoria.
Se avessi avuto i soldi per andare alla Bocconi o alla Cattolica e avessi avuto interesse nel prendere una laurea in materie economiche ce l'avrei fatta senza problemi ( meno problemi di quelli che mi ha dato ingegneria v.o. di sicuro ). Forse per medicina avrei avuto più difficoltà in quanto non mi piace memorizzare maree di nozioni
e 6 anni + 2 di specializzazioni erano troppi, specie perchè potevano diventare 8+2 ( o 8+3 ).
Giurisprudenza è ed era una mezza porcheria, molto più nozionistica di medicina. Il titolo di dottore in legge ha poco valore in sè. è una laurea come un'altra, è solo un pass per il tirocinio, l'esame di stato, la libera professione e il successo ( o la fame :-) vista la quantità di avvocati in giro, per i notai il discorso è diverso ).
Mi pare che solo medicina abbia il numero chiuso ora.

Direi che in generale l'università in Italia negli ultimi 30 anni è andata peggiorando, non solo ingegneria, ma proprio tutte, da matematica a chimica a scienze naturali a filosofia.

Pochissimi di quelli che escono da giurisprudenza fanno i soldi: pochissimi diventano notai:
4200 notai in italia, 40 anni in media di carriera, entreranno nell'ordine un centinaio di notai all'anno ( di cui buona parte per vie traverse ).
Gli avvocati riescono ad emergere con ancora più difficoltà, in molti si danno alle cause matrimoniali o alle pratiche automobilistiche, perchè c'è poco lavoro anche per loro: si va avanti a conoscenze ed amicizie.
I medici hanno davanti anni di precariato e bassi stipendi, poi forse troveranno un ambulatorio, chi può permettersi i colpo di aprire uno studio, i primari mega luminari, gente che si è fatto la grana quando si poteva, non di certo un medico della asl figlio di operai, magari anche donna.
Gli economisti sono una categoria trasversale, diciamo i managar: di solito ci piazzavano gli ingegneri a fare i manager fino ad una decina di anni fa, ora ci sono alcuni ingegneri gestionali :-) o qualche bocconiano. Sottolineo "qualche".

La crisi dei laureati non coinvolge in particolare ingegneria, ma trasversalmente tutte le lauree. Fa specie che la categoria che aveva sempre avuto più successo, quella degli ingegneri, si trovi in queste difficoltà, significa che il paese è alla frutta.

Anonimo ha detto...

Io sono un trentenenne laureato in Scienze Politiche vecchio ordinamento, e attualmente sto cercando un lavoro "serio", dopo aver svolto uno stage! La categoria dei laureati in Scienze Politiche in effetti - almeno in teoria - è un pò più svantaggiata rispetto a quella degli ingegneri. Concordo pienamente sulle giuste critiche nei confronti della riforma universitaria del 2000, che ha reso il sistema universitario decisamente più snello nei confronti di tutti. Anche alla facoltà di Scienze Politiche (la statale di Milano, per intenderci)le cose sono decisamente cambiate, rendendo gli esami più accessibili rispetto qualche anno fa( ad esempio, ricordo "il sangue" che ho dovuto sputare per passare "Istituzioni di diritto privato"! Ricordo 8-9 anni fà quando in biblioteca i miei amici studenti di ingegneria del Politecnico di Milano si lamentavano, e "sbattevano la testa contro il muro" , perchè non riuscivano a passare "Analisi II"! Adesso se andate a vedere le discussioni delle tesine dei triennalisti al Politecnico, incrociate solamente quasi dei ragazzini; alla specialistica, hanno un paio di anni in più! In effetti, tutto il sistema universitario è scaduto in termini di difficoltà negli studi, sfornando negli ultimi anni mediocri "dottorini e ingegnerini"!

Anonimo ha detto...

mah, i figlio di papà non vanno alle università pubbliche, per loro ci sono già le "pseudo università" private.

Anonimo ha detto...

"Gli economisti sono una categoria trasversale, diciamo i managar: di solito ci piazzavano gli ingegneri a fare i manager fino ad una decina di anni fa, ora ci sono alcuni ingegneri gestionali :-) o qualche bocconiano. Sottolineo "qualche"."

E' cosi. Il giovane corso di laurea in ingegneria gestionale ha contribuito a distruggere il potere degli altri inegegneri.
Prima di ora tutti gli ingegneri erano potenziali manager/gestori, adesso non lo sono più perche per questo ci sono i laureati in ing. gestionale ...

Anonimo ha detto...

Ma non era meglio fare la velina??