mercoledì 16 maggio 2007

Ingegneri: laureiamoci e partite

Gli ingegneri in Italia sono troppi, la situazione ormai è evidente.
Siamo costretti a fuggire all’estero perché in Italia non c’è abbastanza lavoro per tutti.
E non è tutto. Per via dell’eccessiva offerta di ingegneri e della scarsa domanda, gli stipendi sono sempre più bassi e le condizioni sempre più precarie.
La situazione è diventata terribile ed insostenibile, eppure c’è chi vorrebbe peggiorare ancora di più le cose..

Le istituzioni e le personalità che contano, continuano ad incoraggiare i ragazzi a laurearsi, nascondendo di fatto i problemi della disoccupazione intellettuale e facendo credere loro che gli ingegneri in Italia sono ancora troppi pochi.

Ecco cosa dice il vice presidente di Honda Italia riguardo la situazione abruzzese:

1. La parte orientale della regione non ha una facoltà di ingegneria. Attualmente il nostro sistema industriale “importa” ingegneri da Ancona per il 70% e da Bologna, Roma e l’Aquila per il restante 30%. Senza un’alimentazione strutturata di questa tipologia di competenze e soprattutto senza uno sviluppo di nuovi profili professionali specializzati, interdisciplinari e connessi alle dinamiche competitive internazionali, vediamo molto rischioso il nostro futuro. Sentiamo ormai prossima la carenza di competenze-chiave che possono portare il sistema produttivo a vincere le nuove sfide del progetto industriale dell’innovazione di prodotto dello sviluppo sostenibile della responsabilità etica delle imprese verso consumatori e cittadini.

2. Il sistema industriale della Val di Sangro genera 1/3 del PIL della provincia di Chieti che da sola rappresenta circa 1/3 del PIL regionale, cioè 1 5 miliardi di euro. Quasi 10.000 persone lavorano in industrie meccaniche che hanno dimostrato finora di saper competere a livello internazionale anche con il venir meno degli aiuti di Stato. Il modello di produzione è cambiato e non è più di stampo fordista ma partecipativo con forti responsabilità che vanno sotto il nome di total quality management (gestione della qualità totale), just in time (produrre senza carichi di magazzino) , customer satisfaction (soddisfazione del consumatore) etc. La responsabilità delle persone nelle scelte aziendali è aumentata e sta crescendo sempre più: i lavoratori in genere, ma a maggiore ragione i quadri e i dirigenti, devono saper affrontare aspetti tecnici molto complessi, ma anche input che provengono da fenomeni sociali vasti e articolati. […]

Tante belle parole per convincere gli abruzzesi di aver bisogno di un ulteriore polo universitario.[NdR]

[…] Per queste esigenze e somma di ragioni pratiche trovo convincente la proposta del Politecnico Internazionale d’Abruzzo esposta su queste stesse pagine da Sergio Galbiati
presidente della Fondazione Mirror e direttore generale di Micron Technology Italia. Soprattutto
quando propone di costruire una nuova offerta didattica di alta formazione realizzata come una
rete articolata nel territorio e più vicina alle imprese. Di definire un sistema di formazione che accompagni il lavoratore lungo tutto l’arco della vita lavorativa e quindi di un welfare che non sia solo solidaristico , ma soprattutto diventi un sistema pro-attivo in grado di anticipare le cicliche modificazioni dei sistemi economici. Di portare, con la proposta del Politecnico diffuso nel territorio, gli atenei abruzzesi a ragionare e progettare sul futuro insieme con il sistema delle imprese. Lo sviluppo è infatti coniugazione intelligente di modelli caratteristici di conoscenza teorica e conoscenza industriale, finalizzati a creare nuove idee e a rinnovare prodotti designed in Abruzzo, “progettati in Abruzzo”, di cui oggi cominciamo ad avere i presupposti riconosciuti nel mondo, ma che dobbiamo ampliare e imparare a valorizzare.
Mi auguro che molti altri imprenditori e manager, uomini politici e del sindacato, docenti e ricercatori, amministratori e semplici cittadini, diano il loro concreto contributo di visione e di progetto alla nuova “fabbrica delle conoscenze”. Perché la sfida del futuro riguarda tutti.

Silvio Di Lorenzo

Vice presidente Honda Italia Spa
Presidente Fondazione Sviluppo & Competenze

Tratto da fondazionemirror.it

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Che dire? Qualcuno di noi finirà per lavorare alla Honda Italia, ma a tutti gli altri toccherà emigrare all’estero.

Iniziate a preparare le valige...

31 commenti:

Anonimo ha detto...

Tra un po’ in Abruzzo ci sarano più università che fabbriche!!!! Fermateli!!!

Anonimo ha detto...

Tanti anni di sacrificio spesi all'università per acquisire una laurea e poi ritrovarsi con un qualcosa che ora non vale più nulla perche viene "regalata" a tutti...

Anonimo ha detto...

Ovviamente questo non è un problema del Dott. Di Lorenzo che, i sacrifici per la laurea non li ha mai fatti, essendo lui un perito industriale con laurea honoris causa..

Anonimo ha detto...

Forse in Italia le cose vanno cosi perchè ce le meritiamo?!!

Ma cosa abbiamo fatto di male noi?!?

Anonimo ha detto...

L'università?!

Anonimo ha detto...

Ragazzi smettetela con questi discorsi inutili.
Se volete veramente trovare lavoro dovete mettervi in proprio perchè qui nessuno vi regala niente.
I lavori buoni non vi vengono a bussare alla porta.
Ormai di ingegneri ce ne sono fin troppi, dovete capire che non siete più pochi e introvabili, dovete adattarvi all'idea di essere dei semplici tecnici al pari dei periti,ma con meno esperienza e meno senso pratico...

Questa è la realtà che vi piaccia o no.

Anonimo ha detto...

Ma questo sig. Di Lorenzo, perchè non ci manda i suoi figli a lavorare all'estero o da precario?!?

Anonimo ha detto...

Non ci sperare. I suoi figli hanno già tutte le porte aperte...

Anonimo ha detto...

beh ma avete visto la puntata di BALLARO' di martedì scorso? In Italia ci vuole la raccomandazione per fare il portiere d'albergo!!!!

Anonimo ha detto...

Non l'ho vista... peccato!!!

Anonimo ha detto...

Vorrei ricordare a Warrior che per entrare a lavorare in Honda, anche come operaio, ci vuole una super raccomandazione politica!!! Ormai gli ingegneri non li vuole più nessuno, neanche come lavapiatti!!!


Voglio che sia ben chiara questa cosa:
Non siamo noi che ci rifiutiamo di entrare come operai in Honda o in Micron, sono loro che non ci vogliono...
indipendentemente da quante bugie dicano ..

Anonimo ha detto...

E per bugie intendo queste:

[...]La parte orientale della regione non ha una facoltà di ingegneria. Attualmente il nostro sistema industriale “importa” ingegneri da Ancona per il 70% e da Bologna, Roma e l’Aquila per il restante 30%. Senza un’alimentazione strutturata di questa tipologia di competenze e soprattutto senza uno sviluppo di nuovi profili professionali specializzati, interdisciplinari e connessi alle dinamiche competitive internazionali, vediamo molto rischioso il nostro futuro.[...]

Anonimo ha detto...

Effettivamente...

Anonimo ha detto...

Questi signori di Honda e Micron hanno proprio stufato a dire che in Abruzzo non ci sono ingegneri...

Ci siamo eccome, e siamo pure disoccupati e quando facciamo domanda alle vostre stupide aziende non ci neanche rispondete, ci ignorate....

Anonimo ha detto...

E' proprio quello il punto.
Per loro noi non esistiamo proprio, ecco perchè continuano a lamentarsi che non ci sono ingegneri... forse non riescono a vederci ;-)

Anonimo ha detto...

C'è poco da ridere e da scherzare, se quei pazzi riescono a portare a termine il loro diabolico progetto del politecnico d'abruzzo, per noi tutti sarà ogni giorno più difficile...

Anonimo ha detto...

Qui conviene veramente che ce ne andiamo tutti all'estero!!!

Anonimo ha detto...

Un po di computer e un po di inglese... queste sono le ultime parole famose del sig. Di Lorenzo ( chi lo conosce sa di cosa parlo ).

Peccato che in Italia siamo in troppi a conoscere il computer e l'inglese ..di conseguenza, senza le dovute conoscenze politiche, lavorare alla Honda è praticamente impossibile....

Anonimo ha detto...

Un po di computer e un po di inglese... le classiche parole famose usate per non dire che serve semplicemente una bella raccomandazione politica.

Qua nessuna è fesso...

Anonimo ha detto...

Io direi che serve semplicemente una bella "zampatona"!!!!

Anonimo ha detto...

Non potevi metterci un immagine più carina in questo post?! :-)

Io preferivo le signorinelle semi nude...

Anonimo ha detto...

Io pure :-)

Anonimo ha detto...

Spero che arrivino presto nuovi post con foto carine:-)

Anonimo ha detto...

Un pò di computer e un pò d'inglese lo sanno tutti in Italia?!?!?!? Ma dove cavolo vivi scusa?!?!? Ma se ci prendono in giro in tutta Europa per il nostro BASSISSIMO livello d'inglese!! Io sono venuto in Finlandia a fare la tesi di laurea e grazie al cielo sono 2 anni che parlo ogni giorno in inglese con la mia ragazza e guardo film in inglese, altrimenti avrei avuto grossissimi problemi!!! Hai presente l'inglese fatto a scuola???? Beh, con quello non ci fai nulla!!! Siamo semplicemente ridicoli con il nostro livello d'inglese...che vergogna!!!!

Anonimo ha detto...

ahahahhaah .... ridicolo ! sono un ing. meccanico abruzzese e lavoro proprio in val di sangro .. vi assicuro che per entrare in honda ci vuole una raccomandazione terribile,non ci servono più ingegneri in val di sangro ma più soldi e gratificazione!APRITE LE ORECCHIE DI LORENZO ET SIMILIA: nell'azienda dove lavoro io il resp. del personale ha la terza media, il supervisore dell'impianto ha la terza media!! quaesta è la realtà di molte aziende,e bando alle cavolate,siamo malpagati poco gratificati - e vengono a inventarsi le cavolate, basta con le menzogne! io mi sono laureato al V.O. in ing. meccanica,ho fatto sacrifici incredibili di ogni tipo,io come gli altri colleghi,e poi veniamo apprezzati meno degli operai! BUFFONI!!!!un saluto ai colleghi nella mia condizione

Anonimo ha detto...

Sei un grande!!!!

Finalmente qualcuno che dice le cose come stanno!!! !!

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La Honda prende solo raccomandati?? BLEAH!!
Queste aziende mi fanno schifo!!!!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

le prodezze della Honda e non solo in questo link: http://it.youtube.com/fabiomologatore

Anonimo ha detto...

I balletti giudiziari della Honda a questo link: http://www.laltralombardia.it/causelav.html

Anonimo ha detto...

La filosofia Honda inserita in questo link: http://www.unimib.it/upload/artfurlaningl.pdf non ridà con le vicende giudiziarie che si leggono in internet.
C'è qualcosa che non va.

Anonimo ha detto...

"Kama Europe sconfigge in tribunale la Honda" vedi sentenza a questo link:

http://www.giur.uniroma3.it/Themes/forense/materiale/civileII/Sez-Spec-PI-Honds-2598-forma-motore-.doc

KAMA EUROPE Informa
La vicenda legale tra Kama Europe s.r.l e Honda Logistic Centre Italy e Honda Italia Industriale, dopo lunghi anni è finalmente giunta in porto con una decisione completamente favorevole a Kama Europe
Con sentenza in data 27 Agosto 2007 il Tribunale Ordinario di Roma, Sezione Specializzata nella materia della Proprietà Industriale e Intellettuale ha dichiarato in favore di Kama Europe s.r.l, che la produzione, commercializzazione, distribuzione e promozione, in Italia, dei motori serie KB, destinati all'agricoltura ed al giardinaggio, non costituisce illecito concorrenziale,ex art.2598 nn.1 e 2 c.c., per riproduzione pedissequa della forma dei motori Honda serie GX;
Inoltre il Tribunale competente ha condannato la Honda Logistic Centre Italy e Honda Italia Industriale, in solido, al rimborso delle spese processuali in favore della Kama Europe s.r.l.
Kama Europe aveva già ottenuto un provvedimento favorevole in sede di urgenza, con il Tribunale di Vicenza che aveva respinto le petizioni di Honda secondo cui vi sarebbe stata confusione di prodotti. Ma oggi, con la sentenza del Tribunale di Roma, abbiamo una conferma di merito ulteriore sull'autonomia e distinzione dei prodotti da noi commercializzati.
Kama Europe è una piccola ma vivace realtà imprenditoriale italiana che da alcuni anni ha saputo intessere rapporti commerciali con la Cina ed in particolare con uno dei più grandi produttori meccanici del settore. Oggi, dopo lunghi anni di duro impegno all'insegna della quotidiana dimostrazione della elevata qualità e della specifica identità del prodotto, Kama Europe registra un serio riconoscimento da parte di un Tribunale nazionale. Abbiamo infatti - a differenza di tanti altri - deciso di difendere i nostri diritti, senza piegarci davanti ad accuse arbitrarie, e la giustizia ci ha dato ragione.
Kama Europe continuerà a percorrere la sua strada e ad essere se stessa sui mercati commerciali, sicura del proprio lavoro e libera di intraprendere nel giusto equilibrio di concorrenza.

Anonimo ha detto...

e certo i mpinco pallini